mercoledì 14 settembre 2016

SERRACAPRIOLA

Un appuntamento con la storia da non perdere

Serracapriola è un piccolo comune nella provincia di Foggia, situato su una collina a 300 mt di altitudine e pochi chilometri dal mare. Con i suoi 4.086 abitanti, fa parte del Parco Nazionale del Gargano




Fiorisce durante il regno degli svevi con Federico II, allorquando, non solo in questa zona, si passava dalla civiltà delle cattedrali a quella dei castelli. 
Il paese, infatti, è percorso da un viale alberato che confluisce in una piazza dove spicca una fontana con la statua di un capriolo confinante, appunto, con un castello maestoso di epoca medievale.




LA STORIA DEL CAPRIOLO CHE DIEDE VITA AL PAESE

Vi sarete probabilmente posti l'interrogativo sul legame tra il capriolo e la cittadina; ebbene,tutto nasce da una leggenda. Si narra, infatti, che un conte il cui nome è ignoto, era giunto su di un colle cinto di boschi per cacciare,lì notò un capriolo e si pose al suo inseguimento. L'animale si rifugiò in una grotta rincorso dal conte, il quale, quando vi entrò vide con grande stupore un piccolo altare e il capriolo in atto di venerazione ad una immagine della Madonna.
La notizia si diffuse così velocemente che tutti gli abitanti dei paesi vicini, mossi da meraviglia e devozione, costruirono una Chiesa, Santa Maria in Silvis. A poco a poco nacque anche un centro abitato che prese appunto il nome di Serracapriola, in memoria di quanto accaduto.





UN TUFFO NEL PASSATO FRA L'INCANTO DELL'EPOCA MEDIEVALE E LA RICOSTRUZIONE NEL '600

Serracapriola, attaccata e distrutta prima dai Turchi nel 1566 e nuovamente rasa al suolo dal terremoto del 1627, ha conosciuto una florida fase di ricostruzione ed è stata oggetto di varie dominazioni fino all'ingresso nell'Italia unita.

Tuttavia, la costruzione senza dubbio più suggestiva del paese è proprio la più antica, quella che ha resistito nel corso dei decessi e che ha visto l'avvicendarsi di dominatori ed epoche storiche. Si tratta del Castello Mastio dell'XI secolo, un'autentico gioiello medievale, che vi lascerà senza fiato per la sua imponenza e austerità. Esplorarlo, con gli interni ancora arredati, è come fare un salto nel tempo.



Nel 1100 i frati benedettini di Montecassino vi stabilirono la propria residenza, fu poi feudo di diverse famiglie, tra cui gli Sforza,i Guevara e i Maresca (tuttora proprietari dal 1742). Da struttura fortificata militare, il castello subì modifiche nel tempo fino ad essere utilizzato come corte domestica. 

In origine del castello esisteva solo una torre ottagonale con pianta a stella che fungeva da vedetta. Intorno al mastio, nella prima metà del XV secolo, è stato poi edificato il resto del castello, che assumeva una pianta rettangolare con quattro torrioni agli angoli.



Il piano inferiore, tuttora abitato, comprende ampi saloni, tra cui spicca la "Sala del Trono" e corridoi, che corrono lungo tutto il perimetro del castello e danno, all'esterno, sul panorama e, all'interno, su un cortile in pietra. Negli ambienti sotterranei vi sono vari cunicoli tra cui il suggestivo "trabocchetto", ovvero una profonda voragine che, secondo una leggenda, serviva come macchina della morte grazie alla presenza di una ruota dentata in continuo movimento che triturava i corpi di coloro che vi cadevano dentro.



Su Largo Vittorio Emanuele III, detto Piazza Castello, si affaccia oltre al suddetto castello, due edifici religiosi: Chiesa di Santa Maria in Silvis e Chiesa della Santissima Trinità.

La prima è stata costruita poco dopo il castello, quindi risulta essere la più antica del paese. Distrutta dal terremoto del 1627, della struttura originale ne resta solo l'antico portale con architrave in pietra. All'interno, l'altare custodisce le reliquie di San Fortunato; di notevole valore artistico è il quadro della Madonna, Santa Maria in Silvis (1534).

Nei pressi di questi edifici si incontra un'altra chiesa, tra le più antiche di Serracapriola, la Chiesa di sant'Anna; inizialmente cappella dell'ospedale che accoglieva i poveri e i pellegrini, fu ampliata nel 1741. Tra le chiese più belle. invece, spicca la Chiesa di San Mercurio (ricostruita dopo il terremoto nel 1630) con vari altari e relative reliquie di santi, arricchita con pavimento e stucchi di Faenza nel 1801.

Altre due chiese meritano di essere menzionate, con i rispettivi conventi. La chiesa e convento di Sant'Angelo (edificati nel 1436 e ampliati nel '700 con dormitori, infermeria..) conservano intatti - dall'epoca della costruzione - un giardino cinto da mura e il corpo imbalsamato del predicatore Tommaso D'avolos. Il Monastero resse fino al 1862, data in cui fu ordinata la soppressione e la chiusura, fu poi acquistato dalla famiglia Maurea di Chieuti.

La chiesa e il convento di Santa Maria dell Grazie (costruiti extra-moenia) furono fondati invece nel 1536 ad opera di frati cappuccini, poi arricchiti successivamente; conservano però dello stile seicentesco l'elegante chiostro porticato, la porta lignea e la pregevole Madonna delle Grazie del pittore Francesco da Tolentino (1534). Inoltre, il convento è ben conosciuto poiché ospitò un Santo, veneratissimo in tutto il mondo, durante il suo noviziato tra il 1907 e 1908, ovvero Padre Pio da Pietralcina. 





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