Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di imbattervi in una lumaca di campagna, magari appena dopo un temporale, quando finalmente "esce allo scoperto" dal suo guscio. Probabilmente la prima cosa a cui si pensa di questo curioso animaletto è legata alla sua lentezza o alla sua "casa" tutta particolare che, all'occorrenza, diventa un'arma di difesa.
Ma in Puglia le chiocciole, o lumache, sono particolarmente apprezzate poiché rappresentano in primis un piatto esclusivo della tradizione culinaria della regione, basata su ingredienti "poveri" ma genuini.
"La carne di chiocciola è cibo per il popolo perché solo il popolo sa creare attorno ad essa una festa tutta sua". (1936, Marcel Roland, scrittore naturalista francese)
La città di Cannole, nel Salento, vanta addirittura la migliore varietà di chiocciola commestibile - nome scientifico "Cantareus apertus", nota anche come "Helix Aperta" - chiamata in gergo locale municeddha o monacella. Da ormai 32 anni questa cittadina ospita la più grande sagra del Sud Italia dedicata a queste lumache con la Festa della Municeddha, dal 10 al 13 agosto.
MA PERCHÉ LE MONACELLE SONO COSì FAMOSE?
Le monacelle prendono il nome dal loro aspetto esteriore, giacché il colore del guscio richiama quello del saio dei monaci. Ma vi sarebbe un'altra teoria che collega il nome a "monachelle", poiché quando queste lumache vanno in letargo creano sull'apertura una patina bianca che ricorda la cuffia indossata un tempo dalle suore.
Ma questa varietà di origine prettamente rurale, ovvero ampiamente consumata in passato dai contadini con semplice pomodoro, è molto ricercata per via della sua carne tanto delicata quanto prelibata.
Oltre al gusto, altro punto a favore è certamente la presenza della ghiandola dell'albumina al loro interno, la quale contribuisce al buon funzionamento dell'apparato digerente e che, secondo la tradizione popolare, sarebbe in grado di guarire perfino l'ulcera.
Semplici ingredienti (per 4 - 6 persone)...
Le monacelle prendono il nome dal loro aspetto esteriore, giacché il colore del guscio richiama quello del saio dei monaci. Ma vi sarebbe un'altra teoria che collega il nome a "monachelle", poiché quando queste lumache vanno in letargo creano sull'apertura una patina bianca che ricorda la cuffia indossata un tempo dalle suore.
Ma questa varietà di origine prettamente rurale, ovvero ampiamente consumata in passato dai contadini con semplice pomodoro, è molto ricercata per via della sua carne tanto delicata quanto prelibata.
Oltre al gusto, altro punto a favore è certamente la presenza della ghiandola dell'albumina al loro interno, la quale contribuisce al buon funzionamento dell'apparato digerente e che, secondo la tradizione popolare, sarebbe in grado di guarire perfino l'ulcera.
COSA CI SERVE E COME PREPARIAMO UNA GOLOSISSIMA ZUPPA DI MONACELLE??
Semplici ingredienti (per 4 - 6 persone)...
- 1kg di lumache di terra
- 1 bicchiere di vino bianco secco o rosato locale
- 2-3 foglie di alloro (o altre spezie)
- 1 cipolla bianca
- 500 gr di pomodorini
- 5 cucchiai di salsa di pomodoro
- olio extravergine d'oliva
- sale q.b.
- 1 peperoncino
I passaggi...
- Lasciate spurgare le lumache per circa 3/4 giorni all'aria aperta, ben chiuse in una retina o all'interno di un cesto di vimini per evitare che possano fuggire;
- passate a lavare con cura le nostre lumache eliminando la terra e la membrana bianca (all'apertura della chiocciola); lasciatele, quindi, a bagno in una pentola con abbondante acqua fredda;
- scolate e mettete nuovamente i molluschi in una pentola con acqua fredda; quindi iniziate a riscaldarle a fuoco lento per agevolarne l'uscita dal guscio;
- a questo punto aumentate la fiamma e lasciate bollire per circa 10 minuti;
- spegnete il fuoco e mettete da parte la pentola con le lumache;
- in un tegame ampio preparate un soffritto con olio extravergine di oliva e cipolla tagliata a fette, quindi aggiungete le lumache (precedentemente scolate), le foglie di alloro, il peperoncino tagliato a metà e sale, lasciando cuocere a fuoco vivo;
- sfumate con il vino bianco e, dopo qualche minuto, aggiungete i pomodorini a pezzi e la salsa;
- lasciate cuocere per circa 40-50 minuti evitando di far asciugare il sugo;
- quando i nostri ingredienti hanno raggiunto la giusta cottura, versate la zuppa in piatti fondi.
Manca qualcos'altro secondo voi??
Come vuole la tradizione, completate questo capolavoro culinario accompagnandolo con fette di pace casereccio - per l'immancabile scarpetta - e con del buon vino rosso del Salento.
Nessun commento:
Posta un commento